Se per lo Stato italiano da molti mesi ormai è tempo di tagli, più o meno oculati, alle spese di gestione, solo tra pochi giorni la stessa procedura sarà applicata, dall’ interno alla più grande associazione si rappresentanza degli industriali italiani.
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A partire da giovedì prossimo, infatti, anche Confindustria dovrà fare i conti con una certosina opera di spending review, dal momento che molte delle realtà industriali aderenti chiedono da tempo una revisione e una riforma della sua struttura.
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Del resto gli aderenti di Confindustria si battono da tempo per un utilizzo più oculato delle risorse, utile a maggior ragione in tempi di recessione economica. Cavalli di battaglia degli imprenditori d’ Italia sono infatti la riduzione del cuneo e della pressione fiscale, la semplificazione burocratica e l’ abolizione o la riduzione delle province. Perché, dunque, non applicare lo stesso meccanismo di ottimizzazione anche a se stessi?
Le associazioni territoriali, infatti, hanno presentato già alcune proposte per la riduzione di un buon 20 – 25% delle spese di gestione, così come non sembrano più tempi adatti per compensi e buonuscite da capogiro.
A questo si aggiunge poi la necessità di ridurre la duplicazione, territoriale e merceologica, delle spese associative, presente in molte regioni.