Danièle Nouy, direttrice dell’ente di supervisione del credito dell’Eurozona, lancia la sua idea in un’intervista al Financial Times. “Dobbiamo accettare l’idea che alcune banche non hanno futuro”, dice in accordo con Mario Draghi. Necessario che “scompaiano in modo ordinato”, no a fusioni a tutti i costi
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Bisogna accettare l’idea che le banche più deboli falliscano se si vuole salvare le altre. Questo in sintesi il pensiero di Danièle Nouy, direttrice del Single Supervisory Mechanism, l’ente di supervisione del credito dell’Eurozona. Lo ha detto in un’intervista rilasciata al Financial Times sostenendo che l’Unione Europea dovrà essere più severa verso le banche “deboli”, quelle sovraesposte sul piano dei debiti e con investimenti mal gestiti: “Dobbiamo accettare l’idea che alcune banche non hanno futuro”, afferma con una posizione affine a quella del governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, sull’inevitabilità che l’imminente “check out” a cui le maggiori banche europee saranno sottoposte non sarà superato positivamente da tutte.
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“Dobbiamo lasciare che alcune banche scompaiono in modo ordinato, e non tentino necessariamente di fondersi con altri istituti di credito” per cercare di salvarsi”, dice Nouy. “Ammetto che il momento migliore per cambiare le regole non è nel mezzo di una crisi”, aggiunge, “ma ciononostante c’è la possibilità di fare di più e alcuni paesi stanno applicando norme più rigide”. Il pensiero di accettare fallimenti bancari, osserva il Financial Times, farà suonare campanelli d’allarme tra i leader politici, in particolare “in Italia e in Germania”, che saranno ostili a guardare le proprie banche fallire. “Non so quante banche debbano fallire”, ha dichiarato Nouy al Financial Times. “Quel che so è che vogliamo avere il più alto livello di qualità”.