Solo una settimana per chiudere le trattative, poi ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità. È quanto affermato dal ministro Maurizio Lupi, dopo il tavolo con i sindacati. Fondamentalmente risolto il nodo del debito con le banche, ora tutto si basa sull’accordo sul costo del lavoro.
Un percorso impegnativo, su cui si tratta da settimane, ma che ufficialmente entrerà nel vivo martedì. L’accordo sugli esuberi, che pare potrebbero scendere fino a 1500, è basilare per l’ingresso di Etihad, ma lo è anche per gli altri azionisti. Soprattutto per Intesa Sanpaolo, che in Alitalia detiene una quota superiore al 20%. «Ieri c’è stato un incontro a Palazzo Chigi al quale ha partecipato il nostro amministratore delegato. Per quanto riguarda le banche ci si avvia ad un accordo.
> Il matrimonio tra Alitalia ed Etihad pare cosa fatta
Da parte nostra abbiamo condizionato la nostra partecipazione al finanziamento al fatto che tutti i problemi portati da Etihad al tavolo vengano risolti, a partire dall’accordo con i sindacati», ha spiegato il presidente del consiglio di gestione del gruppo, Gian Maria Gros Pietro. Anche Francesco Caio, ad di Poste, vuole garanzie: l’alleanza tra Alitalia e Etihad, ha spiegato in una nota il Cda di Poste, «può creare le premesse per il potenziamento e il rilancio della compagnia aerea. Non sono però ancora stati forniti da Alitalia tutti gli elementi necessari ad una compiuta valutazione dell’impatto che l’accordo potrà avere sulla struttura del capitale e del debito dell’azienda». L’interesse della società «continua ad essere legato alle sinergie industriali e commerciali da realizzare nella logistica» perciò «il Cda valuterà eventuali nuovi investimenti» in Alitalia «solo dopo un’attenta analisi dei ritorni economici e finanziari associati al piano industriale, alla struttura societaria». quindi, uno stop.