Rete Imprese lancia un appello al Governo e alla politica tutta per ciò che sta succedendo alle imprese italiane: nel 2013 potrebbero chiudere 250mila attività commerciali e dell’artigianato con la perdita di 650mila posti di lavoro, fatto che si aggiunge alla perdita di 26,6 miliardi di Pil e 22,8 miliardi di consumi.
Una situazione gravissima generata da una crisi che si è trasformata in una recessione che intrappola le imprese sulle quali, inoltre, pesa un carico fiscale ormai intollerabile, la mancanza di credito e anche la macchinosa burocrazia italiana.
Le imprese italiane, denuncia Rete Imprese, a causa di questa situazione, non possono essere competitive sul mercato internazionale, come dimostra la perdita, negli ultimi sei anni, della competitività.
Una situazione che, però, può ancora essere invertita, ma solo se si riuscirà ad evitare il balzello fiscale previsto per l’estate che prevede l’aumento dell’Iva, la Tares e l’Imu. Il governo deve agire in fretta, commenta Carlo Sangalli, presidente di Rete Imprese Italia, e il fisco è la prima delle quattro priorità per il salvataggio delle imprese italiane che prevedono, dopo la riduzione delle tasse, la concessione di maggiore credito, la semplificazione e gli incentivi al lavoro.