Altroconsumo vince una class action: sei clienti di Intesa Sanpaolo ottengono il rimborso delle cifre versate, un altro centinaio escluso per un vizio di forma sulla sottoscrizione dell’azione collettiva. Il presidente dell’associazione: “Un precedente importante, ora anche gli altri in questa condizione possono chiedere di riavere i soldi”“La commissione di massimo scoperto è stata vietata per legge nel 2009, ma molte banche, inclusa Banca Intesa, l’hanno reintrodotta anche sui conti senza fido, chiamandola in altro modo: commissione per scoperto di conto. Il Tribunale di Torino ha confermato che questa clausola è nulla e che nessuna commissione poteva essere richiesta ai consumatori in questi casi.
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La commissione illegittimamente addebitata deve essere restituita ai correntisti”. In questo modo l’associazione Altroconsumo annuncia la decisione del Tribunale riferita a una class action fatta in nome di 104 consumatori, contro Ca’ de Sass, colpevole di aver fatto pagare una commissione ai correntisti che sono andati “in rosso” sul proprio c/c.
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Il Tribunale ha deciso che sei degli aderenti hanno diritto a un rimborso, una piccola parte rispetto ai sottoscrittori: l’adesione della maggioranza non è stata ritenuta valida perchè le firme relative non sono state autenticate da un notaio. Perciò Altroconsumo parla di “vittoria amara”. Per il presidente dell’associazione, Paolo Martinello, è comunque “una sentenza che nel merito stabilisce un precedente importante”. E’ la “prima pronuncia sulle nuove commissioni, quelle reintrodotte da alcuni istituti dopo che una legge del 2009 le aveva abolite”.
Altroconsumo invita “i risparmiatori a utilizzare lo strumento che il Giudice mette a disposizione, avendo ammesso che la clausola in oggetto (quella sul pagamento delle commissioni per scoperto di conto o simili, a seconda delle denominazioni, ndr) è nulla: tutti i potenziali consumatori interessati presentino richiesta di rimborso con un reclamo scritto; se la risposta non è soddisfacente o non arriva entro 30 giorni far seguire un ricorso all’Arbitro bancario finanziario”.