Vendere un prodotto su internet apre l’azienda alle critiche dei social che – si sa – non sono mai tenere. Di fatti chi commenta un prodotto o un servizio, specie su Facebook, lo fa per criticare. Ma qualche volta si esagera nella speranza di indirizzare i consumi. Amazon combatte questo malcostume.
Se si è ricevuto un prodotto scadente e si è stati vittima di una pubblicità ingannevole, ha molto senso mettere gli altri consumatori in guardia sia dal prodotto che dal servizio di consegna, nonché dalle ingannevoli informazioni contenute nella reclame. Ma se questo non accade nella realtà, perché dedicarsi alle critiche e perché perdere tempo nell’inserimento in un feedback negativo?
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In realtà sono cose che si fanno a pagamento e Amazon ha deciso di contrastare pubblicamente i falsificatori di feedback. Se la sua battaglia fosse condivisa molte aziende potrebbero incrementare i profitti legati all’attività commerciale su internet.
5 dollari per 5 stelle. Questo l’accordo tra i venditori online e i falsificatori di feedback. Scoperta la truffa, Amazon, colosso della vendita online, ha fatto causa a 1.114 persone. A riportare la notizia è il Telegraph che racconta come i clienti che comprano online danno molto peso alle recensioni e usano i feedback come strumento per filtrare le ricerche. Amazon, dopo la consegna, li invita anche ad esprimere un giudizio in modo da aiutare nella scelta i futuri clienti.
Manipolando i commenti, si inducono i potenziali clienti a comprare da un venditore piuttosto che da un altro. Con l’alto rischio di restare insoddisfatti dall’acquisto. Amazon ha citato in giudizio 1.114 persone, sospettate di aver falsificato i feedback. Con recensioni false, inautentiche e fuorvianti hanno anche contribuito ad inclinare la reputazione di Amazon.