Lo spread che differenzia i BTp italiani dai Bund tedeschi è sceso molto da un anno a questa parte così come il tasso applicato dalla Banca Centrale ai prestiti erogati per gli istituti di credito nazionali. Non si capisce allora perché l’andamento dei tassi dei mutui per i consumatori abbia segnato un trend completamente opposto.
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Maggiore è la riduzione del tasso al quale le banche ottengono un prestito, minore è la riduzione dei TAEG applicati ai mutui. Il paradosso di cui stiamo parlando, è evidente soprattutto dall’inizio dell’anno, da quanto lo spread è sceso al di sotto dei 300 punti.
Fino all’anno scorso il tasso medio dei mutui per le famiglie era al 3,55 per cento, come somma dell’Euribor e dello spread applicato dalla banca. Adesso, invece l’Euribor è ai minimi storici ma le banche non hanno ridotto lo spread e così il tasso medio è sceso soltanto al 3,14 per cento con uno sconto complessivo medio dello 0,41%.
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Il paradosso è legato a tre motivi principali: prima di tutto il costo della raccolta che per le banche continua ad essere molto elevato, poi ci si è messa la normativa bancaria più restrittiva applicata dagli istituti nazionali e infine la lentezza della giustizia italiana che, per esempio in seguito ad un pignoramento, impiega ancora troppo tempo per il recupero delle somme.