Pubblicati oggi i dati sull’apprendistato relativi al 2012 che hanno messo in evidenza come questo particolare tipo di contratto, rilanciato in un periodo di disoccupazione giovanile crescente, non abbai dato i risultati sperati.
Secondo quanto contenuto nell’analisi fatta da Isfol, Inps e Ministero del Lavoro, infatti, nel 2012 il numero dei rapporti di lavoro in apprendistato è di 469.855, in flessione del 4,6% rispetto all’anno precedente.
L’apprendistato era stato rilanciato nel Testo Unico voluto da Saconi nel 2011 con il preciso scopo di rilanciare l’occupazione giovanile, stesso principio su cui ha lavorato l’ex Mnistro Fornero nella sua revisione. Nessuno dei due interventi, però, sembra aver migliorato la situazione, anzi, secondo i dati pubblicati questa mattina sarebbe di molto peggiorata.
Nello specifico, gli apprendisti (quindi giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni) nel 2012 sono stati il 13.9% del totale, contro una percentuale del 14.1% registrata nel 2011. Il crollo più pesante si registra tra i lavoratori minorenni, il cui totale si è abbassato del 41.2%, ovvero 3.842 occupati.
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A questi dati si aggiunge la bassa percentuale di trasformazione dei contratti di apprendistato in contratti di lavoro a tempo indeterminato: solo il 10.8% degli apprendisti, ovvero circa 161 mila lavoratori, alla fine del triennio di formazione ha visto presentarsi un’offerta di lavoro a tempo indeterminato.
A questo grave insuccesso del contratto di apprendistato sembra voglia rimediare il dl Poletti che prevede un ridimensionamento degli obblighi formativi, burocratici e previdenziali a carico del datore di lavoro, il che dovrebbe essere una ulteriore spinta all’occupazione dei giovani.