Sotto osservazione i maggiori settori produttivi italiani, almeno dal punto di vista fiscale dopo l’approvazione di ben 68 studi di settore dove la differenza sarà, per quest’anno, la territorialità dell’attività.
Gli esperti in materia fiscale, riuniti in Commissione, hanno dato il via libera a cinque decreti del ministero dell’Economia e delle Finanze che, pubblicati nei supplementi straordinari alla Gazzetta Ufficiale n. 303 del 31 dicembre 2012, rendono ufficiali ben 68 studi di settore per il periodo d’imposta 2012.
Gli studi di settore in questione sono stati revisionati. Dei cinque decreti che abbiamo nominato, quattro istituiscono dunque gli studi di settore, 12 per le manifatture, 23 per i servizi, 21 per il commercio e 12 per le professioni, il quinto, invece, parla della cosiddetta “territorialità del livello delle quotazioni immobiliare”.
In pratica il Mef ha elencato degli indicatori locali che servono a valutare l’incidenza dei prezzi degl iimmobili e dei canoni d’affitto in base al comune, alla provincia e alla regiione di residenza, nonché in base all’area produttiva. In pratica gli studi di settore saranno differenziati in base al luogo di svolgimento dell’attività economica.
La territorialità trova un riconoscimento importante che fa seguito alle riflessioni emerse dall’Osservatorio sul mercato immobiliare del 2010. La particolarità di questo principio giustifica anche l’impossibilità di applicare in modo retroattivo gli studi di settore pensati per il 2012.