Il capitolo IMU solo alcuni giorni fa sembrava appena superato ma la realtà dei fatti dimostra tutto il contrario. All’interno del testo della legge di Stabilità che ora si trova al vaglio del Parlamento, sono state inserite infatti una serie di misure che prevedono la rimodulazione delle imposte che gravano sugli immobili e sui servizi che i cittadini sono tenuti a pagare.
> Tutti i numeri della Legge di Stabilità
Le nuove tasse si chiameranno infatti si chiameranno Tasi e Tari, e insieme andranno a costituire la Trise. In sostanza, però, anche dalle bozze ancora provvisorie della legge di Stabilità il loro ruolo e il loro gettito non sembra poi essere così differente da quello che era previsto per IMU, Tarsu e Service Tax.
> I provvedimenti della Legge di Stabilità
Vediamo quindi di fare un po’ di chiarezza. L’imposta vera e propria sulla casa è la Tasi, mentre la Tari arriva a sostituire la vecchia tassa sui rifiuti. La Trise compare come la loro sommatoria ed è già stata ribattezzata ironicamente la “tassa triste”.
Al momento, tuttavia, il Governo è al lavoro per stabilire quanto dovrà essere pagato per la Tasi, la tassa sugli immobili. In una delle ultime bozze della legge di Stabilità era presente un primo ventaglio di opzioni di aliquote attraverso il quale le amministrazioni comunali avrebbero dovuto imporre alle abitazioni.
Le aliquote proposte fino ad oggi variano dall’1 al 2,5 per mille lasciando ai Comuni ampio spazio di manovra. Con l’aliquota più bassa, però, il gettito della Tasi sarebbe pari solo al 57% di quello della vecchia IMU.