Si chiama contratto o assegno di ricollocazione ed è nello specifico un voucher di disoccupazione per chi ha perso il suo impiego. La misura è stata inserita nel Jobs Act e va a rafforzare il decreto attuativo in materia di servizi e politiche attive.
Hanno diritto all’assegno di ricollocazione tutti i disoccupati da almeno sei mesi. La somma che spetta loro varia in base al profilo di occupabilità stabilito dal centro per l’impiego. Questa somma non ha niente a che vedere con il reddito imponibile.
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Si tratta di una forma di sostegno per coloro che da un momento all’altro possono comunque essere chiamati a volgere un servizio nei riguardi della collettività nel proprio comune senza però che questa chiamata impedisca l’instaurazione di un rapporto di lavoro.
Il contratto di ricollocamento prevede l’assegnazione al disoccupato di una dote, proporzionata al suo profilo, spendibile nella ricerca di una nuova occupazione, incassata dall’Agenzia per il lavoro.
Definizione dell’assegno
Il nuovo decreto definisce lo stato di lavoratore disoccupato anche parziale e di lavoratore a rischio di disoccupazione. Gli appartenenti a queste categorie verranno assegnati ad una classe di profilazione per valutarne il livello di occupabilità e saranno convocati dai Centri per l’impiego per la stipula di un patto di servizio personalizzato (il richiedente deve partecipare a iniziative di carattere formativo, di riqualificazione o di politica attiva e accettare congrue offerte di lavoro) necessario ai fini del diritto all’ASDI, il trattamento di disoccupazione successivo alla NASpI per determinate categorie di lavoratori introdotto dal Jobs Act. Saranno chiamati a firmarlo coloro che hanno presentato domanda di ASpI, NASpI, o DIS-COLL e che non hanno ancora trovato occupazione.
La definizione è tratta da PMI.it