Astaldi, un piano ambizioso fino al 2020

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L’obiettivo è quello di raggiungere in quattro anni un utile di 150 milioni di euro, crescendo a vista d’occhio.

Astaldi prepara il piano industriale da qui al 2020, per incrementare il proprio portafoglio ordini e i propri ricavi. Fissa i target finanziari e lo fa nei minimi dettagli. Con ambizione e voglia di recitare un ruolo da protagonista.

Per gli analisti di Mediobanca c’è un taglio netto con il passato. Qualcosa sta cambiando, come sottolineano nel commento al programma strategico approvato ieri dal cda.

Il nuovo piano, rispetto alle precedenti versioni, rappresenta un forte discontinuità per le seguenti ragioni: ricavi più bassi con un cagr del 7%, in linea con la nostra stima; ebit margin più basso al 9,2%, un numero che include il contributo netto delle concessioni ed è sotto la nostra stima del 10,7%; un indebitamento netto in calo a 500 milioni nel 2020 assumendo 750 milioni di euro di incasso dalla cessione delle concessioni. Il punto di partenza sono i risultati del primo trimestre che hanno mostrato un debito netto di 1,233 miliardi di euro sopra la nostra stima.

Il nuovo piano strategico statuisce, in pratica, un riposizionamento del portafoglio verso contratti Epc. Una linea più affine alle caratteristiche del gruppo. Il cambiamento sarà graduale e permetterà all’azienda di elevare i propri livelli di redditività mediante l’acquisizione di contratti sottoscritti in virtù di nuove intenzioni operative.

Astaldi punterà ancora sulle concessioni, ma lo farà in maniera diversa in confronto al passato. Il nuovo modello di sviluppo vedrà l’azienda partecipare con una quota minore in questo tipo di operazioni, così da dare più spazio ai contratti di costruzione.

 

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