La crisi economica e la recessione hanno già da molti mesi ridisegnato il carrello della spesa degli italiani. Che è diventato sempre più “leggero“. Una indagine svolta da Fipe – Confcommercio ha infatti rilevato che tra il 2007 e il 2012 – cioè negli anni pieni della crisi – i consumi degli italiani per alimentari e bevande si sono ridotti di 12,4 miliardi di euro, subendo quindi un calo 9,6%.
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Parimenti, tuttavia, c’è stato una debole ripresa nei consumi dei pasti fuori casa. Agli italiani, infatti, come ai vicini tedeschi, nonostante la crisi economica, piace andare a magiare al ristorante e i dati dimostrano nello stesso quinquennio 2007 – 2009 un aumento dello 0,6%.
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Per quanto riguarda invece i generi alimentari, le flessioni nei consumi si sono potute registrare un po’ in tutte le categorie merceologiche: pane, frutta, carne, pesce, uova, latte. Le famiglie, tuttavia, per tamponare il caro vita hanno dato più spazio agli amidi e ai cereali, che restano alla base della dieta quotidiana, seguiti poi dai prodotti dolciari e dalle bevande.
Ma se in definitiva i pasti fuori casa nel giro di cinque anni sono aumentati, sono diminuiti nello specifico i consumi dei lavoratori che mangiano fuori, i quali invece si sono sempre di più orientati su soluzioni “al sacco”, che fanno risparmiare tempo e denaro.