In occasione della giornata dedicata alla legalità, la più importante associazione di rappresentanza dei commercianti italiani, la Confcommercio, traccia un bilancio dell’attuale situazione in cui versano gli esercenti italiani e un quadro del fenomeno del commercio abusivo in Italia.
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Per il mondo del commercio, dunque, la situazione appare ancora critica e lo rimarrà fino a quando non ci saranno altri sostanziali interventi per la riduzione della pressione fiscale e per l’attuazione di riforme strutturali. Alle alla luce delle nuove norme della legge di stabilità, il problema del cuneo fiscale e dei tributi che gravano su coloro che esercitano l’attività commerciale resta ancora centrale.
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Per il Presidente della Confcommercio, inoltre, Giorgio Sangalli, il 2014 non sarà ancora l’anno della ripresa economica, ma per avere i primi risultati bisognerà attendere oltre. In merito al mondo sommerso dell’abusivismo e della contraffazione, inoltre, i rappresentati dei commercianti hanno calcolato che queste realtà parallele sono responsabili ogni anno di 17,2 miliardi di euro di perdite di fatturato a danno di punti vendita, bar e punti di ristoro.
Le perdite sul valore aggiunte causate dallo stesso fenomeno ammontano invece a 3,8 miliardi di euro e quelle in termini di imposte e contributi a 1,5 miliardi di euro.
L’abusivismo in Italia è presente sia nel commercio fisso che in quello ambulante e costituisce il 10% del fatturato del settore. L’illegalità al momento è molto più diffusa nel Sud Italia e nelle isole ma a causa di quest’ultima, in un periodo già difficile, sono oltre 43 mila le imprese che rischiano di chiudere e far sparire anche 79 mila posti di lavoro.