Siamo ormai giunti alla metà del mese di settembre e in tutta Italia si fanno sempre più pressanti le ansie relative ad un possibile, nuovo appuntamento fiscale che potrebbe calare sulle teste degli italiani a partire dal 1 di ottobre. Stiamo parlando dell’aumento dell’aliquota dell’IVA, che, previsto per lo scorso 1 di Luglio, è stato procrastinato già una volta alla data autunnale, attraverso l’esborso di diversi milioni di euro.
Ma, dato che il fatidico appuntamento fiscale si avvicina, numerosi esponenti del Governo intervengono sulla questione per chiarire cosa succederà in futuro e cosa gli italiani dovranno prefigurarsi.
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Il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta, ha ad esempio assicurato, da una conferenza organizzata dalla Confesercenti, che ad ottobre non ci sarà alcun aumento dell’aliquota dell’IVA e che presto il Governo emanerà un apposito decreto per sciogliere il nodo delle coperture, che rappresenta il nocciolo fondamentale del problema.
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Solo in seguito, invece, e cioè dopo la definizione della Legge di Stabilità, che verrà emanata a partire dal mese di ottobre, il Governo metterà mano ad un progetto di riforma della tassazione delle imposte indirette, tra cui l’IVA.
Dello stesso parere, comunque, è risultato anche il viceministro dell’Economia Stefano Fassina, per cui l’aumento dell’aliquota dell’IVA in questo momento rappresenterebbe uno strumento di aggravio della già faticosa situazione economica, una misura che potrebbe indurre, in generale, effetti pesantemente recessivi.
Anzi, in una ottica delle priorità per il viceministro Fassina il blocco dell’aumento dell’IVA dovrebbe avere la priorità anche sull’abbassamento del cuneo fiscale.