Il Decreto Irpef, seppur con molte difficoltà e polemiche, ha incassato la fiducia del governo e, forse già oggi, sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Si arriva così alla definizione ufficiale del bonus Irpef previsto nelle buste paga dei dipendenti a partire dal prossimo maggio e le specificità tecniche sulle tante discusse coperture.
Le coperture ci sono, sia per il taglio dell’Irpef che per quello dell’Irap, provvedimento anche questo inserito nel testo: queste ultime, che andranno a beneficio delle aziende e delle imprese, verranno trovate attraverso uno strumento piuttosto in voga in Italia, ovvero l’aumento delle tasse. In questo caso aumenterà, a partire dal prossimo luglio, l’aliquota sulla tassazione delle rendite finanziarie.
Tra qualche mese, quindi, tutte le rendite finanziarie, ad esclusione dei titoli di Stato, vedranno passare l’aliquota per la tassazione dal 20 al 26%, un aumento piuttosto sostanzioso che andrà a ricadere anche, e soprattutto, sui piccoli risparmiatori.
► Aumento tassazione sulle rendite finanziarie, le conseguenze per i grandi e i piccoli risparmiatori
Infatti, tra le rendite finanziarie interessate dell’aumento della tassazione ci sono anche i depositi sui conti corrente, i conti di deposito e i conti postali, ovvero tutti gli strumenti utilizzati dai piccoli risparmiatori.
L’aumento inciderà, quindi, su una vasta platea di risparmiatori e di investitori e il suo gettito, per la restante parte del 2014 (da luglio in poi) è stato stimato in circa 720 milioni di euro, che diventeranno 755 nel 2015 per salire fino a più di un miliardo di euro nel 2016.
► Aumento tassazione delle rendite finanziarie, quali e quanto
Non saranno toccati dall’aumento dell’aliquota le rendite di Bot e BTP, per i quali la tassazione resta al 12.5%, i fondi pensione e le varie forme di previdenza complementare per cui rimarrà l’aliquota agevolata all’11%.