In un momento in cui le aspettative riguardanti l’azionario USA rimangono pressoché in chiaroscuro, si intravedono opportunità in altre parti del globo, nello specifico in Asia.
Durante la scorsa settimana, ad esempio, la Borsa di Tokyo ha registrato il rialzo più elevato in una sola seduta di Borsa dal 2008.
“Gli investitori sono stati incoraggiati dall’impegno, annunciato dal Primo Ministro Abe, di abbassare ulteriormente l’aliquota dell’imposta sulle società. Sebbene l’attuazione della cosiddetta «terza freccia» delle riforme sia ancora da verificare, la redditività aziendale giapponese continua a migliorare. Il ROE (return on equity) ) per le azioni dell’indice TOPIX è aumentato dell’8,6% nel mese di agosto, segnando un incremento di circa mezzo punto rispetto a un anno fa: di conseguenza, rimaniamo costruttivi sulle azioni giapponesi” fa sapere lo strategist Russ Koesterich che, peraltro, non nasconde di scorgere opportunità anche nei mercati emergenti dell’Asia, nonostante il suo atteggiamento più cauto sull’asset class dei mercati emergenti nel suo insieme più ampio.
“Molti dei mercati asiatici sono stati oggetto di vendite determinando valutazioni convenienti, compreso il mercato delle azioni cinesi H-Share quotate a Hong Kong. Inoltre, con la maggior parte dei paesi che possono vantare un surplus delle partite correnti e in possesso di consistenti riserve in valuta estera, vediamo l’emerging markets Asia in una posizione migliore per sopportare un ciclo di aumento dei tassi da parte della Fed di quanto non sia invece nelle corde di altri mercati emergenti” sottolinea Russ Koesterich secondo il quale questa dinamica è risultata evidente nella tenuta relativa delle valute dei mercati emergenti asiatiche.
Con poche eccezioni degne di nota, vale a dire Malesia e Indonesia, la maggior parte delle divise asiatiche emergenti stanno infatti tenendo relativamente bene contro il dollaro americano: al contrario, le valute di Russia, Colombia, Turchia e Brasile hanno subito pesanti contrazioni nell’ultimo periodo.