Le azioni della SpA Faac, la multinazionale bolognese il cui business è costruito sulla produzione di automatismi per cancelli e parcheggi, sono state sequestrate ma per capire la disposizione del Tribunale di Bologna bisogna andare un po’ indietro nel tempo.
A marzo del 2012, la Faac è diventata una controllata della Curia di Bologna perché questo è stato disposto in testamento da Michelangelo Manini che aveva ereditato l’azienda in modo “universale”, visto che si trattava dell’azienda fondata dal padre nel 1965.
Una tradizione industriale antichissima che non ha messo in difficoltà il tribunale bolognese che ha disposto all’inizio un custode per l’intero patrimonio: Paolo Bastia, un personaggio che è diventato il pomo della discordia tra la Curia e alcuni famigliari di Manini.
La Curia, in particolare, nel vedersi sottratto questo patrimonio, ha fatto ricorso contro il provvedimento del giudice ma il porporato è stato irremovibile e dal processo di sequestro è stata salvata soltanto l’abitazione principale di Manini.
Bastia avrà diversi compiti da svolgere e tutti sono convinti che dopo essere stato consulente della Procura di Parma per l’affare Parmalat, sia la persona adatta ad occuparsi anche della Faac. Il suo obiettivo dovrà essere quello di custodire temporaneamente i beni datigli in affidamento e provvedere alla gestione ordinaria dell’attività tenendo costantemente aggiornato il giudice.