Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, parlando alla platea di imprenditori del convegno del centro studi di Confindustria ha ribadito che le imprese italiane devono crescere, ribilanciare il peso dell’indebitamento, investire: come nel pubblico anche nel privato serve «un profondo mutamento».
Visco traccia in maniera netta la strada che le imprese devono seguire per vincere la sfida della ripresa: serve, dice, «un salto di qualità di prodotto e di processo, che le porti a essere più grandi, più tecnologiche, più internazionalizzate». E agli industriali dice: «Attraverso una maggiore patrimonializzazione, anche con risorse proprie, gli imprenditori potranno dimostrare direttamente la fiducia nelle prospettive delle loro imprese».
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Non si avverte tensione con il leader degli industriali, Giorgio Squinzi, che lancia un invito ad «un grande impegno comune» di tutti gli attori in campo. Le imprese, assicura, hanno «la percezione netta e diffusa di avviare un cambiamento profondo nella società»; «siamo i primi a voler spingere al cambiamento ed all’innovazione», dice il presidente di Confindustria, che punta il dito contro «i costi altissimi di un immobilismo di maniera durato troppo a lungo», e evidenzia: «la mia Confindustria ha puntato su innovazione e competitività. Il clima del giorno prima è archiviato. Critiche da Visco?
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Non le leggo in questo modo», dice Squinzi. Visco chiarisce: «nessun riferimento al dibattito su flessibilità e mercato del lavoro, solo una analisi più generale, non nuova, e espressa »con moderazione.« Le colpe? Siamo tutti responsabili, chi per non aver agito e chi per non essere riuscito a convincere ad agire in direzioni adeguate».