La Banca mondiale ha deciso di rivedere al ribasso la stima sul Prodotto interno lordo mondiale per quanto riguarda il 2014, con un taglio dell’outlook dal +3,4% delle previsioni precedenti al +3% (+2,6% nel 2014).
Stando alla Banca mondiale il rafforzamento dell’economia statunitense e il calo dei prezzi del petrolio non riusciranno di fatto a colmare totalmente le difficoltà di natura economica presenti nell’Area dell’euro e presso il bacino dei mercati emergenti. Il calo dei prezzi del greggio, che hanno lasciato sul terreno più del cinquanta per cento durante gli ultimi sei mesi, per gli economisti dell’Istituto non stanno fornendo dei reali benefici omogenei in tutti i Paesi.
Guardando agli Stati Uniti il crollo del petrolio sta supportando la ripresa in virtù di un incremento dei consumi, mentre in Giappone e in Europa non sta portando nessuno stimolo alla crescita e sta di contro generando non pochi problemi finanziari per quelli che sono i principali Paesi esportatori di petrolio. Basta guardare, a tale proposito, quanto si sta verificando in un Paese come la Russia.
Negli Stati Uniti la Banca mondiale si aspetta una crescita del Pil del 3,2% quest’anno, in rialzo di 0,2 punti percentuali in confronto alle previsioni precedenti. Secondo Kaushik Basu, capo economista dell’Istituto, l’economia mondiale è infatti guidata da un singolo motore: gli Usa.
Afferma Basu:
Ciò non porta a un outlook roseo per il mondo. Tutto questo non è davvero sufficiente. Per la zona euro la Banca mondiale si aspetta un’espansione del Pil dell’1,1%, in calo rispetto alle stime precedenti a +1,8%, e per tutte le economie in via di sviluppo l’Istituto prevede un taglio delle stime superiore a mezzo punto percentuale a +4,8%.