Veneto Banca frena sulla proposta di fusione fatta dalla Popolare di Vicenza. Dopo le dichiarazioni del presidente Gianni Zonin, che si è detto predisposto a valutare una fusione con Veneto Banca o con Banca Etruria, i vertici dell’istituto concorrente veneto rispondono picche al progetto. «L’operazione con la Popolare di Vicenza è sbagliata sotto il profilo industriale e incoerente con gli interessi dei soci, di tutti i colleghi e del territorio», ha detto l’amministratore delegato di Veneto Banca, Vincenzo Consoli. «Questa è la nostra linea oggi e questa sarà la nostra linea domani» ha aggiunto, ricordando che Veneto Banca ha «patrimonio, liquidità e redditività caratteristica adeguati» per andare avanti «in autonomia».
> Aumenta la diffusione dei prodotti contraffatti in Italia
Riferendosi alla ricapitalizzazione da un miliardo di euro annunciata dalla Popolare di Vicenza (la seconda dopo quella da 606 milioni in tre tranches chiusa a gennaio), Consoli ha commentato: «Gli aumenti di capitale non nascono per permettere fusioni e possono celare necessità di rafforzamento patrimoniale notevolmente superiori a quanto viene dichiarato a gran voce». Stesso commento da parte del presidente di Veneto Banca, Flavio Trinca. «I vertici della popolare di Vicenza mi sembrano abbastanza scomposti nelle loro dichiarazioni». Le operazioni «non si fanno sui giornali» e in ogni caso Veneto Banca «non ha problemi patrimoniali».
> La fusione che toglie la Gemina da Piazza Affari
Alla riunione dell’associazione bancaria ha preso parte anche Zonin che non ha voluto accendere ulteriori polemiche: «Noi veneti non facciamo nulla per forza siamo brava gente». Quanto all’aumento da un miliardo, ha avvalorato, serve per cogliere «eventuali opportunità» e non a coprire ammanchi di capitale.