Monte dei Paschi di Siena pensa al proprio futuro e a risollevare la propria situazione finanziaria. I risultati emersi dagli stress test promossi dalla Bce hanno visto l’istituto di Rocca Salimbeni protagonista in negativo. Insieme a Carige, infatti, Mps è stata bocciata da Eba e Banca centrale europea.
La banca senese dovrà coprire un ammanco da due miliardi di euro, e il mercato prosegue nel toto-investitori che sarebbero disposti a avviare una partnership o a formalizzare l’entrata in Monte per far si che quest’ultima riesca a rinvigorire la propria struttura patrimoniale.
Uno dei più accreditati argomenti di questi ultimi giorni riguarda la partecipazione di Mps nel capitale di Anima Holding, la società di gestione del risparmio approdata a Piazza Affari lo scorso aprile. Monte dei Paschi detiene il 10,3% del capitale di Anima, una quota che ai valori attuali di mercato vale circa 120 milioni di euro.
Chi di certo non è interessata a questa eventuale operazione è Banca Popolare di Milano, azionista a sua volta di Anima Holding con una quota del 16,85% del capitale. A margine di un convegno, l’Amministratore Delegato di Bpm, Giuseppe Castagna, ha dichiarato che il gruppo bancario di matrice milanese non è interessato ad incrementare la partecipazione in Anima rilevando la quota in capo a Montepaschi.
Il manager ha fornito un’ulteriore e importante delucidazione circa la possibile cessione della quota di Mps a un investitore terzo. Castagna ha infatti aggiunto di non essere stato contattato dalla banca senese per “svincolare la quota di Anima”. In caso di alienazione a soggetti esterni al patto di sindacato di Anima, di cui sia BPM che Mps fanno parte, Monte dei Paschi di Siena dovrebbe infatti allertare della propria volontà gli altri pattisti.