La Procura di Vicenza ha avviato un’inchiesta che chiama in causa alcuni esponenti di vertice del gruppo Banca popolare Vicenza per aggiotaggio e ostacolo alle funzioni dell’autorità di vigilanza.
Per questo, gli inquirenti hanno delegato la guardia di finanza ad eseguire una serie di perquisizioni nei confronti delle persone sottoposte ad indagine e di altri non indagati. Le fiamme gialle hanno svolto verifiche anche sul presidente dell’istituto di credito, Giovanni Zonin, e sull’ex direttore generale dell’istituto Samuele Sorato. Nell’ambito dell’inchiesta sarebbero coinvolte altre sei persone.
Le indagini sulla Banca popolare di Vicenza sono seguite dal pm Luigi Salvadori e dal procuratore capo Antonino Cappelleri. Gli accertamenti sono invece condotti dai militari del nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza di Roma e dalla tributaria di Vicenza. Le perquisizioni disposte dall’autorità giudiziaria riguardano oltre alla sede amministrativa e legale di Vicenza dell’istituto di credito anche gli uffici direzionali di Milano, Roma e Palermo.
Gli inquirenti, in una nota firmata dal procuratore Cappelleri, sottolineano come “l’obbligo del segreto istruttorio deve tutelare ogni portatore di legittimi interessi anche contrapposti tra loro presenti nel contesto”. In ogni caso gli atti d’indagine sono ritenuti indispensabili – si aggiunge – “nell’ambito della più complessa acquisizione istruttoria, per rendere compiuta la necessaria e doverosa ricerca di elementi probatori documentali, intesa sia nell’accertamento e riscontro degli elementi di fatto sia all’attribuzione delle responsabilità soggettive”.
E, sempre in una nota, la Banca ha fatto sapere che c’è “piena collaborazione da parte della dirigenza e del personale della Banca Popolare di Vicenza ai nuclei di polizia giudiziaria della guardia di finanza che hanno svolto perquisizioni presso la sede centrale della Banca a Vicenza e negli uffici direzionali di Milano, Roma e Palermo”.