Nel nostro Paese ci sono ancora troppe filiali. Ottanta ogni 100.000 abitanti. I numeri sono molto chiari a riguardo. Il sistema bancario italiano è sovradimensionato, in particolar modo se lo si confronta con i principali Paesi europei.
Se si dovesse giungere ai livelli della Germania, le filiali dovrebbero essere dimezzate. E la riduzione è già in atto, con l’esclusione della galassia della Bcc che hanno, invece, continuato ad aumentare gli sportelli anche durante la crisi.
Il sistema italiano, infatti, nonostante continui a mostrare una buona solidità, ha bisogno di iniziative che consentono un rapido incremento della produttività, con una forte razionalizzazione dei costi e una migliore capacità di allocazione dei prodotti e del credito.
In tale direzione si sono mosse durante gli ultimi sei anni le cinque principali banche italiane. Esse hanno tagliato circa del 20% gli sportelli, intervenendo in eguali misure lungo tutto il territorio.
Contestualmente alla dinamica di razionalizzazione, sono state introdotte nuove strategie per potenziare gli altri canali che stanno facendo transitare le banche da una competenza territoriale di prossimità geografica al cliente a una competenza socio-demografica. Quest’ultima si caratterizza per una serie di sinergie tra canali fisici e canali virtuali, con una specializzazione nei servizi offerti al cliente.
Durante gli ultimi anni, inoltre, la corsa alla promozione finanziaria ha stimolato le principali banche italiane. Come? Spingendole a creare, sviluppare, potenziare l’offerta fuori sede. Per questa ragione, contestualmente alla diminuzione lungo tutto l’arco del territorio delle filiali, sono in arrivo più di 3.000 sportellisti. Questi sportellisti saranno specializzati, ovvero muniti di ‘patentino’ da promotori finanziari. Ciò agevolerà la competizione tra modelli di business.