Jp Morgan ha fatto registrare per il secondo trimestre dell’anno utili pari a 6,29 miliardi di euro o 1,54 dollari ad azione.
Ciò rappresenta una crescita in confronto ai 5,98 miliardi o 1,46 dollari ad azione di un anno fa e alle attese degli analisti che erano di profitti per 1,44 dollari.
Wells Fargo, invece, ha chiuso il secondo trimestre facendo rilevare un utile netto in lieve calo a 5,72 miliardi di dollari (pari a 1,03 dollari per azione) rispetto ai 5,73 miliardi (1,01 dollari per azione) riportati nell’analogo periodo dell’anno scorso. I ricavi sono aumentati a 21,3 miliardi di dollari dai 21,1 miliardi di dodici mesi fa. Gli analisti si aspettavano profitti per 1,02 dollari per azione e un fatturato di 21,7 miliardi. Il margine d’interesse è salito a 11,3 miliardi. Estremamente volatile il titolo nel pre-market; al momento cede l’1,32%.
E Bank of America? Non sta di certo a guardare.
BofA fa la sua parte in questo primo scorcio di trimestrali Usa, chiudendo il secondo trimestre del 2015 con un utile netto di 5,32 miliardi di dollari, più che raddoppiato rispetto ai 2,291 miliardi dello stesso periodo del 2014. L’utile per azione è stato di 0,45 dollari, ben superiore agli 0,36 dollari previsti dagli analisti. Migliore delle attese anche il dato sui ricavi, pari a 22,345 miliardi di dollari (+1,7%), contro stime per 21,32 miliardi. “Una solida crescita dei prestiti, una maggiore erogazione di mutui e le spese più basse dal 2008 hanno contribuito al nostro miglior risultato in termini di utili da molti anni a questa parte”, ha commentato l’amministratore delegato Brian Moynihan. “Abbiamo anche continuato a dare valore ai nostri azionisti con l’incremento del book value e restituendo 1,3 miliardi di dollari di capitale attraverso buyback e dividendi”, ha aggiunto.