Nella relazione tra banche e imprese “è necessario un sistema di contrappesi che equilibri il meccanismo degli incentivi e ponga un argine ai conflitti d’interesse e al pericolo di uno sviamento del credito rispetto all’effettivo merito di credito dei prenditori”. Lo afferma il capo del dipartimento di Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d’Italia,Carmelo Barbagallo, secondo cui “i legami partecipativi non devono distorcere le scelte di affidamento o ritardare l’emersione delle difficoltà dei debitori. Si devono indirizzare i soggetti vigilati verso comportamenti improntati a trasparenza, correttezza e integrità”.
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Parlando al convegno “Basilea 3 – Risk and Supervision 2014”, Barbagallo afferma che “l’intensità del rapporto banca-impresa si manifesta, oltre che nelle relazioni creditizie e nell’erogazione di servizi, anche nei legami partecipativi che sovente si sviluppano fra i due poli”.
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“Il possesso di quote di capitale nelle imprese da parte delle banche, e viceversa nelle banche da parte delle imprese, è un fenomeno in sé non negativo – continua – ne beneficiano tanto la capitalizzazione delle banche quanto il ricorso delle imprese al capitale di rischio”. “In situazioni di temporanea difficoltà oppure di crisi delle imprese affidate – prosegue – l’acquisizione di capitale per effetto della conversione dei finanziamenti costituisce un importante strumento di riequilibrio della situazione finanziaria oppure di tutela e recupero dei crediti. In un sistema, come quello attuale, in cui la separatezza è stata rimossa, “a monte e a valle”, è necessario un sistema di contrappesi che equilibri il meccanismo degli incentivi e ponga un argine ai conflitti d’interesse e al pericolo di uno sviamento del credito rispetto all’effettivo merito di credito dei prenditori”.