Mario Draghi, presidente della Bce, ha introdotto in questo modo il rapporto annuale della banca centrale «È necessario che i governi procedano con le riforme dei mercati del lavoro e dei beni e servizi al fine di rafforzare la competitività, incrementare la crescita potenziale, creare opportunità di occupazione», che nel 2014 si aspetta che «prosegua l’ulteriore miglioramento graduale della situazione di bilancio nell’area dell’euro». L’aggiustamento dei conti pubblici deve essere «favorevole alla crescita», ottimizzando qualità ed efficienza della spesa e contenendo «al minimo» gli effetti distorsivi dell’imposizione fiscale.
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Stando alle previsioni economiche autunnali della Commissione Ue, ha precisato la Bce, il rapporto tra disavanzo delle amministrazioni pubbliche e pil per l’area dovrebbe diminuire di 0,6 punti percentuali al 2,5%, al di sotto del valore di riferimento di Maastricht. Il risanamento dei conti pubblici sarebbe basato del tutto sulla spesa, che scenderebbe in rapporto al pil al 49,3%, mentre il rapporto entrate/pil resterebbe invariato al 46,7%. È previsto che il debito lordo delle amministrazione pubbliche in rapporto al pil sali solo marginalmente e raggiunga nel 2014 il livello massimo del 95,9%. Nove Paesi dell’area dell’euro dovrebbero raggiungere rapporti disavanzo/pil più alti rispetto al valore di riferimento del 3%, ma non l’Italia e, allo stesso tempo, si prevede che i rapporti debito/pil superino il 100% in sei Paesi dell’area: Belgio, Irlanda, Grecia, Italia, Cipro e Portogallo.
Nel Rapporto annuale della Bce, si legge che l’area dell’euro ha compiuto «notevoli progressi» verso il ristabilimento di posizioni di bilancio solide, più di quanto non sia accaduto in altre importanti economie avanzate.