Le eventuali manovre che la BCE potrebbe implementare dal punto di vista dei tassi di interesse potrebbe rivelarsi inefficace: il margine di intervento sul costo del denaro è oramai minimo e pure un tasso di deposito in territorio negativo non assicurerebbe nessun miglioramento del meccanismo di trasmissione del credito dal sistema bancario a quello produttivo. In questa accezione le operazioni di LTRO non hanno migliorato le cose ed hanno avuto l’unico effetto di calmierare i tassi di interesse sui titoli di debito dei Paesi maggiormente in difficoltà, con comunque anche implicazioni negative su quelle banche che hanno fatto incetta di questi titoli, in quanto con i futuri stress test saranno comunque costrette a ricapitalizzarsi.
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L’SMP a suo tempo implementato ha avuto effetti simili, mentre l’OMT è un’arma disponibile ma che gli stati difficilmente adotteranno date le pesanti condizioni a cui sarebbero chiamati se dovessero sottoscriverlo. Draghi da banchiere centrale probabilmente ha fatto il massimo di quanto lo statuto della BCE gli consentisse di fare; il problema sta proprio qui.
> La Bce alle prese con l’euro rafforzato
In un mondo dove tutti gli istituti centrali stampano moneta e svalutano la divisa di riferimento, è evidente che l’unica banca che non lo fa’ si trova automaticamente con le polveri bagnate ed una valuta troppo forte e fuori controllo, spiega Davide Marone di Daily Fx. Vi sono perciò, date le attuali condizioni, i presupposti per vedere l’euro ancora apprezzarsi. Per assurdo, le banche centrali estere possono aiutare l’euro ad indebolirsi nel momento in cui dreneranno la liquidità che hanno immesso e quindi rafforzeranno le proprie valute. In questo senso, mercoledì sera la FED potrebbe dirci qualcosa in più.