In un periodo delicato, tanto per cambiare, relativamente ai mercati le Borse provano un rimbalzo che non arriva anche per effetto della brutta chiusura di New York (dove attualmente il Dow Jones sale dello 0,4%, il Nasdaq dello 0,5% e l’S&P 500 dello 0,1%).
Gli spunti di rilievo sul piano macroeconomico, tuttavia, dovrebbero far ben sperare. Ma l’inflazione stenta a decollare. I dati su quella francese sono deludenti. Quella italiana verrà comunicata nella giornata di domani insieme al Pil.
Le nuove misure della Bce, dunque, non hanno ancora sortito gli effetti sperati. C’è un leggero rialzo, ma è contingente all’aumento del petrolio. Nel frattempo, la produzione industriale dell’Eurozona che a marzo ha segnato -0,8% dopo il dato già negativo di febbraio di -1,2%, è in calo. Su base annua, invece, c’è stato un incremento pari allo 0,2%.
Negli Usa, invece, le richieste di sussidi alla disoccupazione la scorsa settimana sono saliti di ventimila unità a quota 294.000, ai massimi dal febbraio dello scorso anno. Gli analisti puntavano su quota 270.000, ma sono rimasti delusi. Adesso confidano nella prudenza della Fed in materia di tassi. Tutto si smuoverà dopo l’estate.
Sul fronte milanese, Piazza Affari registra un avvio perdita e recupera successivamente lo 0,5%: ancora sotto l’occhio del ciclone l’intero settore delle banche, con gli acquisti che tornano sulle promesse spose Banco Popolare e Bpm a seguito dei recenti crolli. Generali lascia sul terreno una grossa percentuale dopo la comunicazione dei dati trimestrali: il calo dell’utile è coerente con le aspettative, mentre quello dei premi è superiore alle osservazioni della vigilia fatte dagli analisti. Nel resto d’Europa, invece, Francoforte cresce dello 0,2%, Parigi guadagna lo 0,6%, mentre Londra rimane invariata.