Il bollettino di novembre della Banca Centrale Europea non parla solo della contrazione del Pil nell’Eurozona, ma anche dei dati riguardanti la disoccupazione e le misure che devono ancora essere prese al fine di rimettere in circolo forza lavoro e capitali tra i paesi dell’Unione.
Progressi evidenti sono stati compiuti nella correzione del costo del lavoro per unità di prodotto e degli squilibri delle partite correnti. Tuttavia occorrono ulteriori misure per accrescere la flessibilità e la mobilità nel mercato del lavoro in tutta l’area. Tali misure strutturali servirebbero a integrare e favorire il riequilibrio delle finanze pubbliche e la sostenibilità del debito.
Nella seconda metà dell’anno i dati riguardanti il tasso di disoccupazione hanno continuato a salire, per fermarsi a settembre sull’11,6%, il che vuol dire che c’è stato un incremento di 1,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Le perdite maggiori di posti di lavoro si sono registrate nell’industria e nei servizi.
Tra il primo e il secondo trimestre dell’anno, il numero di occupati è rimasto stabile, dopo tre trimestri di crescita negativa. Le ore lavorate sono invece diminuite ulteriormente dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. A livello settoriale, si è registrato un calo congiunturale degli occupati nell’industria, specie nel settore delle costruzioni, mentre nei servizi l’occupazione è stata più stabile.