La Bce è pronta ad introdurre una serie di innovazioni. Alcune entro il 2017, le altre entreranno in vigore sino al 2019.
La prima parte sembra essere affine ai contenuti proposti dalla Germania, la seconda assorbe diverse proposte contenute dal paper italiano, con quello portoghese il più avanzato tra quelli spediti a Bruxelles. Ma l’approccio in generale risponde alla filosofia di Berlino: prima stringere i bulloni su conti e riforme, poi concedere solidarietà agli altri governi quando questi avranno aumentato la competitività delle proprie economie E infatti nel primo periodo della roadmap si parte con l’idea (Economic Union) di rinforzare le procedure per gli squilibri macroeconomici, un recente meccanismo che costringe gli stati meno performanti a fare le riforme e finora mai attuato. Si prevede anche la creazione di Autorità nazionali (non europee) che vigilino sull’aumento della competitività di ogni Paese e un maggiore coordinamento delle politiche economiche del Semestre europeo.
Mosse burocratiche destinate a comprimere l’autonomia dei governi (per spingerli ad ammodernare i propri paesi) mitigate dalla richiesta (per ora vaga) di concentrarsi maggiormente sulla dimensione sociale della zona euro. E non promette bene nemmeno la proposta (Fiscal Union) di creare un’autorità indipendente e molto tecnica (European Fiscal Board) che dia un giudizio sui bilanci nazionali che si aggiungerebbe a quello della Commissione europea quest’ultima non solo tecnica ma anche politica. Idea che non piacerà a diversi governi, probabilmente alla stessa Commissione e all’Europarlamento e che per questo potrebbe saltare.
Sempre da qui al 2017 i quattro presidenti immaginano una Financial Union: verrebbe alla luce completando l’Unione bancaria pensata per rendere gli istituti europei più resistenti agli shock e alla speculazione e lanciando una Capital Markets Union, richiesta fatta anche dall’Italia per creare un sistema di finanziamento alle imprese alternativo al circuito bancario e sulla quale si prevede una proposta di Bruxelles entro fine 2015.