L’aggiustamento di bilancio dopo la crisi “ha prodotto risultati estremamente importanti da difendere, non possiamo permetterci di buttare al vento consolidamenti gli sforzi enormi fatti”. È quanto ha sostenuto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel suo intervento alla Luiss. “Penso sia il momento di dire che bisogna cambiare la direzione dell’agenda di politica economica in Europa. In Europa è maturo un ragionamento vero e non finto sulla crescita” ha ritenuto doveroso porre in evidenza il ministro Padoan, evidenziando soprattutto che il problema cruciale da porsi è ora “come si fa a far crescere l’Europa che non cresce da 15-20 anni”. Con l’attuale sistema di vincoli, bisogna “cominciare a ragionare su cosa vuol dire generare crescita”.
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Nel 2014 l’Europa “avrà una crescita positiva in tutti o quasi i paesi membri. E questo è sicuramente “un fatto importante”, ha sottolineato il ministro, in quanto negli ultimi due anni l’Europa “ha vissuto con la recessione e i costi sono danni permanenti molto difficili da recuperare”. Ora “si può continuare così, con la sopravvivenza e il tiriamo a campare, in un contesto di condizioni monetarie che può risultare rischioso, oppure può essere l’inizio di un nuovo sentiero di crescita. Da tecnico – ha continuato adire – mi piacerebbe pensare che nei prossimi mesi si possa verificare un break strutturale positivo per crescita ed occupazione”. “La differenza tra questi due scenari – ha concluso – è la politica, il modo in cui politica europea affronta la questione”, in modo serio, “non ideologico” e “non in termini di proclami”.