Dopo la Cina, anche l’autorità bancaria del vecchio continente mette in guardia su rischi della moneta virtuale. E fa sapere che nell’Ue non c’è nessuna protezione per salvaguardare chi viene travolto da forti perdite finanziarie in casi di chiusura o fallimento di una piattaforma che scambia questa valuta
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Europa contro i bitcoin. L’Eba, Autorità bancaria europea, ha avvisato chi utilizza la valuta virtuale dicendo che in caso di perdite, non saranno tutelati. Anche la Banca di Francia e quella centrale cinese avevano lanciato lo stesso monito. Come scritto in un comunicato dell’Eba “Attualmente non esiste nell’Unione europea nessuna protezione specifica per salvaguardare i consumatori da perdite finanziarie nel caso in cui una piattaforma che scambia o detiene valute virtuali fallisca o chiuda”.
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Il valore dei bitcoin non essendo emessi da banche centrali dipende dalla fiducia che i consumatori hanno in essi. La nota dell’Eba avverte, “Ci sono stati riportati casi di consumatori che hanno perso significativi quantitativi di monete virtuali , con poche prospettive di venire rimborsati. Inoltre, usando valute virtuali per le transazioni commerciali, i consumatori non sono protetti da nessuna legge Ue sui rimborsi”. L’Eba ha il potere di vietarne la circolazione. L’Eba divulgherà un documento in cui pone l’attenzione sui rischi di “violente fluttuazioni delle valute elettroniche”, e dal pericolo che “i portafogli digitali” in cui si registra la proprietà questi titoli possano esser preda di hacker e pirati informatici.
L’avvertimento dell’Eba arriva dopo quello della banca centrale della Cina, che è stata più drastica nel mettere in guardia dal bitcoin, affermando che “non si tratta di una moneta” e che deve essere consentito di usarla come tale, ma isolata nel settore di prodotto finanziario digitale. Erano state meno drastiche le posizioni dalle autorità Usa. E questa forma di apertura fatto salire le quotazioni del bitcoin, fino a fargli superare 1.200 dollari a fine novembre.