Come ci insegna i caso di San Marino che grazie ad un decreto apposito firmato dal Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni non è più un paradiso fiscale, può succedere che uno di questi paesi considerati ‘canaglia’ a livello fiscale entra od esca dalle famigerate black list.
Sono tre i fattori che rendono un paese un paradiso fiscale – tassazione bassa o nulla, nessun obbligo di trasparenza e segreto bancario – che possono essere presenti in diversi e, di conseguenza, prevedere anche diversi divieti e obblighi per chi ci opera.
► Cosa sono e come si classificano i paradisi fiscali
Si va dal divieto assoluto di fare affari di qualsiasi natura – cosa che accade per quegli Stati che offrono delle condizioni fiscali e di segretezza molto vantaggiose soprattutto per chi ha grandi capitali da muovere – all’impossibilità di scaricare i costi relativi alle operazioni effettuate in questi paesi.
Per il 2014, l’Agenzia delle Entrate ha diramato la seguente black list di paradisi fiscali:
Alderney
Andorra
Anguilla
Antille Olandesi
Aruba
Bahamas
Barbados
Barbuda
Belize
Bermuda
Brunei
Filippine
Gibilterra
Gibuti
Grenada
Guatemala
► Che cos’è la comunicazione all’Agenzia delle Entrate delle operazioni con i paesi black list
Guernsey
Herm
Hong Kong
Isola di Man
Isole Cayman
Isole Cook
Isole Marshall
Isole Turks e Caicos
Isole Vergini britanniche
Isole Vergini statunitensi
Jersey
Kiribati
Libano
Liberia
Liechtenstein
Lussemburgo
Macao
Maldive
Malesia
Montserrat
Nauru
Niue
Nuova Caledonia
Oman
Polinesia francese
Saint Kitts
Nevis
Salomone
Samoa
Saint Lucia
Saint Vincent e Grenadine
Sant’Elena
Sark
Seychelles
Tonga
Tuvalu
Vanuatu
► Black list dei paradisi fiscali 2014 – Le eccezioni