Tiene banco in questi giorni il tema delle bollette luce e gas in aumento, al punto che potrebbero esserci possibili interventi del governo a marzo 2025. L’impennata dei costi di luce e gas ha spinto il governo Meloni a varare un decreto per calmierare i prezzi. Tuttavia, le risorse disponibili sono limitate rispetto all’ampio numero di beneficiari potenziali e alle richieste di opposizioni e associazioni dei consumatori. Di conseguenza, bonus e agevolazioni saranno destinati a categorie specifiche di famiglie e imprese.

Riscontri su bollette luce e gas in aumento: le aree intervento del governo a marzo 2025
La decisione di Giorgia Meloni di rinviare il precedente Consiglio dei ministri, a causa dell’insoddisfazione per le misure proposte, evidenzia la difficoltà nel reperire fondi adeguati. Nonostante ciò, sono previsti cambiamenti per le bollette di luce e gas nei prossimi mesi del 2025, con la possibilità di un supporto da parte dei mercati.
Ampliamento del bonus sociale per le bollette luce e gas
La maggior parte dei circa 3 miliardi di euro stanziati dal Ministero dell’Economia, guidato da Giancarlo Giorgetti, sarà destinata al bonus sociale per le bollette. Questo sconto, già esistente, è attualmente riservato a consumatori e nuclei familiari in condizioni di disagio economico o fisico, con un massimo di 3 figli a carico e una soglia ISEE di 9.530 euro, elevata a 20.000 euro per famiglie con 4 o più figli.
Il nuovo decreto prevede l’innalzamento della soglia ISEE a 25.000 euro, ampliando la platea potenziale a oltre 7 milioni di nuclei familiari, secondo gli ultimi dati INPS. L’intervento, del costo di tre miliardi di euro per le casse dello Stato, comporterà un risparmio medio di 200 euro, ma sarà limitato nel tempo, con una durata prevista di tre mesi.
Oltre al bonus sociale, rimane in vigore il “Servizio a tutele graduali“, predisposto da ARERA per agevolare il passaggio degli utenti vulnerabili dal mercato tutelato a quello libero dell’energia elettrica. Questo servizio è rivolto a oltre 11 milioni di persone, tra cui ultrasettantacinquenni, disabili, beneficiari del bonus e altre categorie svantaggiate.
Il caro energia non risparmia le imprese, che chiedono a gran voce un intervento del governo per alleggerire i costi di consumo. Tuttavia, il margine di manovra dell’esecutivo Meloni è limitato, poiché la maggior parte dei fondi stanziati sarà destinata al bonus sociale per le famiglie.
Alle imprese saranno destinati 1,2 miliardi di euro, suddivisi tra contributi per le aziende energivore (600 milioni) e per le PMI (700 milioni). Un’ulteriore sfida è rappresentata dalle normative europee sugli aiuti di Stato. Un intervento come la compensazione delle quote ETS (il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE) potrebbe configurarsi come un vantaggio “sleale” per le aziende italiane, in contrasto con le regole del mercato europeo.
L’idea sarebbe quella di far coprire allo Stato la quota mancante, consentendo alle imprese di risparmiare. Tuttavia, permangono dubbi sull’adeguatezza delle risorse finora reperite. Un dialogo costruttivo con la Commissione europea potrebbe rivelarsi fondamentale per sbloccare la situazione sulle bollette luce e gas.