Con la presentazione del Def, il Documento di Economia e Finanza, in Consiglio dei Ministri è praticamente entrato in vigore il bonus Irpef per i lavoratori dipendenti italiani, che, grazie a maggiori detrazioni, avranno un aumento sulla busta paga pari a circa 80 euro mensili.
Nella vasta platea degli aventi diritto al bonus Irpef ci sono anche gli incapienti, ovvero i lavoratori il cui reddito è considerato particolarmente basso e che, quindi, non pagano le tasse. Si tratta di persone in evidente disagio economico, che però potrebbero essere proprio quelle escluse dall’aumento in busta paga.
A lanciare l’allarme qualche giorno la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, allarme poi ripreso e approfondito anche da Vincenzo Visco, ex ministro del Tesoro, che ha spiegato i motivi di questa possibile esclusione dal bonus proprio per chi ne ha maggior bisogno.
► Come funziona il bonus Irpef?
Secondo Visco, gli incapienti corrono il rischio di non vedersi accreditati i famosi 80 euro o di vederne solo una parte. Questo perché le detrazioni Irpef aumentano al calare del reddito e, quindi, gli incapienti non pagherebbero abbastanza per vedersi riconosciuto il diritto al bonus.
Al momento nel Def il bonus Irpef per gli incapienti è stato formalizzato come un credito erogato fattualmente dal datore di lavoro di 380 euro che sarà poi rimborsato dallo Stato. Il calcolo del bonus spettante viene fatto in base al reddito: più basso è lo stipendio, maggiore sarà il credito. Si parte da una percentuale del 9% per i redditi fino a 4.100 euro all’anno per poi decrescer gradualmente fino ad azzerarsi arrivando ai redditi di 8.200 euro all’anno.