Gli investitori sono sempre più spaventati. Colpa delle vendite che hanno gravato sui listini azionari, specialmente a Piazza Affari e nei pressi delle banche collegate al borsino milanese. Così, qualcosa frena gli azionisti. Molti operatori hanno nuovamente scelto di liberarsi dei Btp, già dalla giornata di ieri lunedì 3 febbraio. Nel contempo hanno iniziato ad acquistare bund.
La correlazione inversa tra titoli italiani e tedeschi è sinonimo di turbolenza. Sembra essere un film già visto. Si tratta di un segnale forte: gli investitori sono avversi al rischio. Il mese di gennaio, tutto sommato, non si era chiuso male. I decennali tedeschi, a + 3%, sono stati uno degli investimenti migliori del mese. Con essi anche i medesimi titoli made in Usa. Anche gli stessi Btp avevano chiuso a +2,3%.
Tutto sembrava volgere verso la normalità. Ora questa quiete è nuovamente sparita, in favore dell’inizio di una tempesta. Tutto inizia ieri pomeriggio: il rendimento Btp decennale, sceso sotto i livelli del maggio scorso al 3,74 %, è salito bruscamente di quattro centesimi. Nel contempo, il Bund scendeva verso l’1,64%. Un puro caso?
Qualcuno attribuisce la colpa ai dati macroeconomici provenienti dagli Usa, molto deludenti. Ma la tesi non sembra convincere tutti. Il movimento di ieri, per molti operatori, è da attribuire al calendario.
Gennaio si è chiuso, infatti, di venerdì ed è stato caratterizzato da un corposo flusso di acquisti di titoli di Stato ‘periferici’. Acquisti effettuati da banche che li avevano scaricati alla fine del 2013 così da sistemare i bilanci in previsione di stress test e asset quality review.
Staremo a vedere.