Borsa italiana in rosso sia in Europa che negli Stati Uniti. Dopo il forte sell-off di venerdì sul settore tecnologico si credeva che Wall Street potesse evidenziare una reazione positiva. Deboli invece gli indici newyorchesi con Dow Jones, S&P500 e Nasdaq Composite che perdono mezzo punto percentuale. La correzione è ancora da considerare fisiologica a seguito del forte movimento rialzista mostrata dai minimi di febbraio che ha aperto la porta alle prese di beneficio da parte degli operatori.
In assenza di importanti dati macroeconomici l’attenzione degli investitori sarà rivolta soprattutto alla stagione delle trimestrali USA. Domani si partirà come di consueto con il colosso dell’alluminio Alcoa (alla chiusura delle contrattazioni delle piazze azionarie). In settimana avremo poi anche JPMorgan Chase e Wells Fargo.
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In Europa è lievemente diminuita l’euforia sul possibile lancio di un piano di quantitative easing da parte della BCE. Siamo abbastanza scettici su una partenza a breve di un programma (secondo indiscrezioni da mille miliardi di euro) di tale portata. Crediamo, spiega Filippo A Diodovich di Ig, che serviranno dati macroeconomici in flessione per convincere anche i membri più conservatori del Governing Council a promuovere un piano di stimoli monetari. Tenendo conto del mandato della BCE (“la stabilità dei prezzi”) sarà fondamentale seguire la pubblicazione delle cifre sull’inflazione che saranno annunciate il 30 aprile (stime preliminari). Un ennesimo calo dell’indice dei prezzi al consumo sarà la condizione necessaria per avviare il piano di QE che potrebbe essere lanciato anche dal meeting della BCE dell’8 maggio. Ricordiamo come già molti paesi soprattutto dell’Europa periferica siano in una situazione di deflazione.