Si registra un rimbalzo per quanto riguarda le borse asiatiche. A Tokyo sono in crescita le società dell’energia e i gruppi specializzati nell’export, nonostante i dati deludenti, ai minimi nell’ultimo anno, riguardanti le vendite al dettaglio negli Usa e sugli ordini di macchinari in Giappone.
Ottima progressione di Shanghai, che non si cura del calo netto dei prestiti del settore bancario in Cina
La Banca mondiale intanto ha ridotto le stime di crescita dell’economia mondiale nel 2015, mentre l’indice Bloomberg sulle materie prime, agricoltura e metalli preziosi è calato al punto più basso da 12 anni a questa parte. Petrolio strutturalmente debole e rallentamento della crescita in Cina ed Europa alla base delle nuove stime.
Ecco la situazione attuale:
Alle ore 8 italiane l’Hang Seng era positivo per lo 0,41%, Shanghai scambiava a +2,41%, mentre il Nikkei ha chiuso a 17.108,70 punti (+1,86%). Gli ordini di macchinari in Giappone sono saliti di poco a novembre (+1,3%) rispetto ad ottobre, contro le stime degli economisti del Wall Street Journal di una crescita ben più robusta (+5,1%). Segno che l’aumento dell’iva entrato in vigore lo scorso aprile in Giappone ha veramente portato il paese in deflazione nonostante gli stimoli programmati dal premier Shinzo Abe. Le banche cinesi hanno emesso prestiti per 697,3 miliardi di yuan (112,5 miliardi di dollari) a dicembre, in ribasso rispetto agli 852,7 miliardi di yuan di novembre. I dati sono stati resi noti nelle scorse ore dalla Banca popolare cinese. Le previsioni di un gruppo di 16 economisti sentiti dal Wall Street Journal erano per 800 miliardi di yuan.
La massa monetaria in Cina (M2) è salita del 12,2% alla fine dello scorso anno rispetto ad un anno prima, a fronte dell’incremento del 12,3% registrato alla fine di novembre. Il dato è sotto le aspettative degli esperti che si attendevano un +12,4%.