Le Borse europee cominciano in calo a seguito di tre giorni di recuperi, andando al ribasso per via della chiusura difficoltosa di Wall Street e dalla nuova incertezza proveniente dall’Asia.
Le principali Borse del Vecchio continente aprono in territorio negativo, in attesa di capire che direzione prenderà la Federal Reserve durante l’incontro del 16 e 17 settembre prossimi, sul cui tavolo c’è il possibile rialzo dei tassi di interesse, che manca dal 2006. Milano procede debole con una flessione dello 0,75%, Francoforte cede lo 0,55%, Londra arretra invece dell’1% e Parigi dello 0,77%.
Nella giornata di ieri, il mercato del lavoro americano ha dato nuovi segnali di forza, con la Job openings and labor turnover survey (Jolts) che ha indicato un record di annunci di aperture di posti di lavoro a 5,8 milioni. Gli assunti sono scesi poco sotto 5 milioni e ciò può significare che i datori di lavoro stanno facendo fatica a coprire alcune posizioni ai salari offerti o che non trovano il personale con le competenze ricercate.
In ogni caso, dopo aver visto scendere il tasso di disoccupazione ai minimi dal 2008, Janet Yellen sa che gli indicatori occupazionali sono forti; sa anche, d’altra parte, che la pressione esterna è alla cautela. L’ultima è stata la Banca mondiale a chiedere a Washington di procedere con i piedi di piombo, per evitare sconquassi sui mercati emergenti. Oggi si guarda alle richieste di sussidi per la disoccupazione, mentre l’analisi dei future sui Fed Funds mostra ancora un 28% di possibilità di incremento dei tassi a settembre e un 57,5% a dicembre. Nel board della Banca d’Inghilterra, intanto, è emerso che è stata votata quasi all’unanimità (8 a 1) la scelta di mantenere i tassi di riferimento invariati allo 0,5%.