Le Borse cinesi crollano dai massimi da due mesi, tuttavia non contagiano il resto delle Borse. L’Europa tratta con ‘nervosismo’ alla vigilia del board della Banca centrale europea.
Il mercato di Shanghai ha registrato un calo di tre punti percentuali, nel timore degli investitori che le azioni siano risalite troppo rapidamente dopo il tracollo avviatosi in estate, mentre Tokyo ha reagito in rialzo ai dati di rallentamento del commercio estero: un segnale che la crisi della Cina sta contagiando anche i suoi partner più vicini. “Ogni volta che leggiamo qualche notizia negativa, la speranza di ulteriori supporti all’economia da parte delle istituzioni monetarie spinge i mercati”, sintetizza Takashi Aoki a Bloomberg. E’ quello che è accaduto anche oggi, visto che il Nikkei alla fine ha guadagnato l’1,91%. Il deficit commerciale nipponico di settembre è calato a crica 850 milioni di dollari (-88%), con l’export in rialzo dello 0,6% e l’import in calo dell’11,1%. A questo punto, con l’approssimarsi del board della Banca centrale del Giappone (BoJ) di fine ottobre, un terzo degli economisti del panel Bloomberg si attende un ampliamento delle misure di stimolo all’economia.
Già domani sarà la volta della Banca centrale europea: i governatori centrali si riuniscono a Malta e dovrebbero discutere del potenziale ampliamento del Quantitative easing. Il programma d’acquisto di titoli (anche di Stato) ha sì cambiato la percezione delle banche, che vedono prospettive migliori per l’erogazione del credito a imprese e famiglie, ma ancora non ha dato risultati sul versante della ripresa dell’inflazione: i prezzi sono schiacciati a zero. Secondo gli analisti è ancora prematuro aspettarsi una modifica del programma, a soli sette mesi dal lancio (durerà almeno fino a settembre 2016).