Il Parlamento greco ha detto sì, non senza complicazioni e divisoni all’interno di Syriza, all’accordo con i creditori internazionali.
Nonostante ciò Alexis Tsipras dovrà pagare un prezzo alto dopo il voto, vista la frattura probabilmente insanabile all’interno del suo partito.
A seguito di quattro ore di dibattito molto teso, infatti, ben trentadue membri del partito di maggioranza (compreso l’ex ministro Yanis Varoufakis) hanno votato contro l’ordine di partito di approvare il piano duro imposto dall’Ue.
Il voto favorevole, in virtù anche agli alleati di governo della destra dell’Anel e a quasi tutte le opposizioni, è il primo passo in attesa delle prossime mosse dell’Ue. L’Eurogruppo ha fatto la sua parte e trovato un accordo in linea di principio sul prestito ponte da 7 miliardi, necessario perché Atene rispetti le scadenze finanziarie più immediate: domani si attende l’annuncio del via libera da parte dei 28 Paesi Ue.
Riflettori puntati anche sulla Bce: il governatore, Mario Draghi, ha scelto di non toccare i tassi, che restano al minimo dello 0,05%. Ma l’attesa è soprattutto per i riferimenti al programma d’emergenza Ela, che ha fornito quasi 90 miliardi di liquidità alle banche elleniche. Probabile, dicono gli analisti, che ancora non venga elevato il tetto ai fondi straordinari: il Direttorio di Francoforte potrebbe aspettare lunedì 20 luglio. Secondo le simulazioni interne, il poco contante rimasto agli sportelli greci (chiusi dal 29 giugno e con il limite di prelievo giornaliero a 60 euro) dovrebbe bastare fino a quella data, quando per altro la Grecia deve rimborsare 4,2 miliardi (tra bond e interessi) alla stessa Bce. Se ciò avverrà, grazie al prestito ponte, allora Draghi potrà tornare ad aprire i cordoni della borsa.
In questo contesto i mercati trattano al rialzo: l’aver superato lo scoglio del voto interno è visto come un netto progresso verso lo sblocco del piano complessivo da 82-86 miliardi di euro.
Milano rafforza l’apertura positiva con un guadagno dell’1,4%, in linea con le altre Borse Ue: Francoforte e Parigi salgono dell’1,6% e Londra dello 0,5%.