Una brusca frenata per il settore delle sigarette elettroniche

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 Il settore delle sigarette elettroniche fino a qualche mese fa era uno dei business più promettenti dell’ultimo periodo. Nel giro dell’ultimo anno, infatti, da luglio 2012 ad agosto 2013, il settore delle sigarette elettroniche ha prodotto quasi 6800 posti di lavoro, grazie all’apertura di altri 1700 negozi, per un totale di circa 4500 unità.

Maxi tassa manda in crisi il fumo elettronico

Un business, insomma, che in tempi di crisi sembrava assicurare buoni profitti, anche in virtù della novità rappresentata dai prodotti.

Ma a partire dal mese di gennaio 2014 le cose potrebbero cambiare. Per il prossimo anno è infatti prevista l’introduzione di una maxi tassa di consumo sulle sigarette elettroniche, con una aliquota pari al 58,5%, cioè la stessa che grava sulle sigarette tradizionali. La tassa dovrebbe essere applicata sia ai kit delle sigarette elettroniche, sia a quelli delle ricariche, senza ammettere distinzioni tra prodotti contenti nicotina da quelli contenenti solo essenze.

Il Governo ripensa all’accisa sul fumo elettronico

Se questo dovesse effettivamente verificarsi, però, la stessa Confesercenti teme gravi ripercussioni sull’intero settore, che a partire dal mese di luglio scorso, al diffondersi della notizia, ha già subito una pesante battuta di arresto. La brusca frenata che ha recentemente interessato il business dello svapo, il fumo elettronico, è dovuta di certo anche ad un calo fisiologico del mercato e all’ancora ambiguo status detenuto dalle sigarette elettroniche in generale, che non sono state né autorizzate né proibite dal Ministero della Salute.

Ma l’introduzione di una tassa così alta, che equipara di fatto i prodotti alternativi ai tabacchi, potrebbe avere l’effetto di suscitare un boom di cessazioni nell’intero settore.

 

 

 

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