È stato chiuso con ordini per una cifra pari a 6,722 miliardi di euro il primo giorno di sottoscrizioni del nuovo Btp Italia aprile 2020 indicizzato all’inflazione nazionale.
L’importo è inferiore rispetto a quello dell’emissione dello scorso novembre quando, alla fine del primo giorno di collocamento, la raccolta aveva sfiorato i 17 miliardi.
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In ogni caso la domanda rimane comunque solida, specialmente se si tiene conto che la prima fase dell’offerta, che andrà fino al 16 aprile, con possibilità di chiusura anticipata è destinata solamente agli investitori retail, alle società di gestione che amministrano patrimoni su base individuale e agli investitori individuali esperti.
Il Tesoro, di fatto, con l’intenzione precisa di controllare meglio l’importo finale dell’emissione, evitando una gobba di scadenze, ha frazionato questo collocamento in due fasi, delimitando alla sola seduta di giovedì 17, con la scelta di una chiusura pre-termine, la partecipazione degli istituzionali, che avevano concorso a metà del maxi importo finale – 22,3 miliardi di euro – raccolto nell’ultima tornata.
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“Vista come è andata la prima giornata, è lecito ipotizzare un importo finale compreso tra i 10 e i 15 miliardi, anche se tutto dipenderà dalle valutazioni del Tesoro”, ha detto uno dei dealer dell’operazione.
Valutazioni su cui potrebbe influire l’elevazione della quota dell’obiettivo di raccolta per quest’anno, che dopo il varo del Documento di economia e finanza, è salito a 470 miliardi dai 450 miliardi indicati dal responsabile della gestione del debito pubblico Maria Cannata in occasione della presentazione del nuovo titolo indicizzato all’inflazione italiana.