Ormai è ufficiale che il colosso americano dei fast food Burger King e la catena canadese Tim Hortons hanno concluso un accordo che fa nascere un nuovo gruppo globale con vendite per circa 23 miliardi di dollari e più di 18.000 ristoranti in cento Paesi. Burger King rileverà la catena tramite contante e azioni.
Il colosso dei fast food ha avuto impegni per 12,5 miliardi di dollari di finanziamenti per quel che riguarda la parte in contante dell’accordo da un gruppo di investitori che comprende anche JPMorgan e Wells Fargo. Il finanziere miliardario Warren Buffett, numero uno di Berkshire Hathaway, sosterrà Burger King a rilevare la società canadese versando un finanziamento da 3 miliardi di dollari in titoli privilegiati. La sede della nuova società sarà in Canada.
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E si riaprono nuovamente le polemiche su quella che in America viene chiamata «tax inversion», vale a dire l’ opportunità per le società degli Stati Uniti, dopo che c’è una fusione con una società estera, di trasferire la sede nel Paese della società acquisita se quest’ultima continua a tenere almeno il 20% del capitale della nuova entità.
L’accusa di «anti-patriottismo» e le strette di Washington sono riuscite ad inizio agosto a frenare la fuga del colosso statunitense della distribuzione farmaceutica Walgreen verso la Svizzera. Un obiettivo che era stato annunciato dalla multinazionale dopo la scelta dell’ acquisizione di Alliance Boots del miliardario italiano Stefano Pessina. Nel caso della fusione fra Burger King e Tim Hortons la nuova società avrebbe il vantaggio della favorevole tassazione offerta oltreconfine. In Canada la tassazione sulle imprese è del 26,5% contro il 35% degli Usa.