Il 2013? Un anno negativo per i commercianti. Neanche il Natale ha risollevato le sorti di un settore, quello delle vendite al dettaglio, che ha fatto registrare un calo su base annua del 2,6%. Di semestre in semestre la flessione si è fatta più profonda.
Secondo i dati emessi dall’Istat le vendite di prodotti alimentari sono diminuite di gran lunga rispetto al 2012. Il dato in percentuale è una sintesi delle diminuzioni delle vendite di prodotti alimentari (per il 2,3%) e delle vendite di prodotti non alimentari (2,7%). Per l’Istat, oltretutto, si tratta del calo annuale più forte dall’inizio delle serie storiche comparabili, ovvero dal 1990 ad oggi.
La flessione concerne sia la Grande distribuzione organizzata sia le imprese che operano su piccoli territori. Durante tutto l’anno passato la diminuzione segna un -2,1% rispetto al 2012. Un dato che è il sunto di flessioni dell’1,1% per i prodotti alimentari e del 2,7% rispetto a quelli non alimentari.
Relativamente alle tabelle dell’Istat è possibile affermare che nel corso degli ultimi 12 mesi l’unico comparto capace di incrementare gli affari è stato quello dei discount, in aumento dell’1,6%. Calano, invece, del 3,7% i negozi con meno di cinque addetti. Questo il parere in merito, diffuso con una nota, dell’Associazione Italiana Consumatori:
Di fronte a questi dati il 2014 non farà registrare segni positivi, e il calo dei consumi da parte delle famiglie si attesterà sul -0,8%. Il 2013 è stato senza ombra di dubbio l’anno nero per vendite, commercio e consumi delle famiglie. La riprova arriva anche dalla fortissima riduzione in settori primari come gli alimentari, dove il calo delle vendite è stato dell’1,1% rispetto all’anno precedente.