Le Camere di commercio sono diventate le figure di spicco della giustizia alternativa italiana. Infatti da sole riescono a gestire il 90% degli arbitrati amministrati e un terzo delle mediazioni, anche se sono solo il 9% degli organismi di mediazione. Vigorosa la presenza specialmente nell’arbitrato se si considera che nello scorso anno su 743 domande di arbitrato 663 sono state presentate presso Camere arbitrali espressione delle Camere di Commercio con un corso medio dei procedimenti più bassi della media, 230 giorni a fronte di 360 di tutte le altre Camere arbitrali.
Inferiore anche il tempo delle procedure di mediazione coordinate da organismi delle Camere di commercio, 44 giorni a fronte di una durata media di 82 giorni. I motivi di litigi nella mediazione sono principalmente per contratti bancari (17,6%), diritti reali (11,4%), condominio (9,6%) e locazione (7,7%), nell’arbitrato per societario (26%), appalti (19%) e commercio (10%). Di giustizia alternativa si è discusso durante la presentazione del Rapporto Isdaci in Camera di commercio di Milano arrivato alla settima edizione. Secondo Giovanni Deodato, presidente di Isdaci “il rapporto fotografa una situazione che, anche grazie alle recenti novità legislative, vede diffondersi l’attenzione verso gli strumenti di risoluzione delle controversie come risposta efficace ad un bisogno sempre più diffuso da parte di imprese e cittadini”.
Stefano Azzali, segretario generale Camera Arbitrale, azienda speciale della Camera di commercio di Milano e direttore di Isdaci dice, “occorre incentivare la mediazione non obbligatoria per contribuire ad una giustizia più veloce. Le Camere di commercio mostrano a questo fine di essere centrali, con un peso in costante crescita e con la gestione diretta di una quota rilevante di tutti gli arbitrati e delle mediazioni, oltre che con tempi più veloci di risoluzione rispetto agli altri interlocutori”.