Campari si porta nuovamente crescita, facendo registrare un fatturato del +10,5% in confronto a quanto archiviato esattamente dodici mesi fa, nel primo semestre dell’anno. Ciò si deve a tutti gli effetti al corposo effetto-cambi sui conti che da solo “vale” il 6,7% di incremento.
Un altro contributo alla crescita proviene dalla variazione di perimetro (+1%) mentre la crescita organica si è assestata al +2,7%. Bene anche il margine di contribuzione (+13,2% e +3,9% come variazione organica) mentre l’utile netto di gruppo si è assestato nel semestre a 77,9 milioni, il 36% in più rispetto allo stesso semestre dell’anno scorso. Rettificando i dati, sia di questo semestre sia del 2014, si ha un miglioramento pari al 18,4%.
Bob Kunze-Concewitz, amministratore delegato del gruppo, dichiara:
Abbiamo prospettive positive. Stiamo raccogliendo i frutti di quanto abbiamo seminato. Già lo scorso trimestre avevamo detto che ci sarebbe stato un miglioramento della marginalità operativa, in gran parte nella seconda metà dell’anno: per questo riteniamo che il miglioramento possa essere conseguito progressivamente nel corso d’anno. Due fattori hanno giocato contro in questa prima parte del 2015: il business dello zucchero in Giamaica (influenzato da fattori atmosferici) e la crisi russa (-37,7% le vendite) anche per la politica molto prudente portata avanti dal gruppo nei confronti dei clienti locali.
Al contrario come accennato ha giocato a favore l’effetto cambi e nei prossimi mesi potrebbero esserci ulteriori spazi di miglioramento dei conti: il budget del gruppo infatti è stato costruito con un cambio euro-dollaro a 1,16. Altro elemento positivo, la crescita organica brillante (+5,8%) dei cinque brand globali (Campari, Aperol, Skyy, Wild Turkey e i rum giamaicani), che poi sono anche quelli a maggior marginalità.