Susanna Camusso invita il Governo a farsi garante e portatore sano di nuove regole per quanto concerne la situazione Fiat relativa ai Licenziamenti. Il Segretario Generale CGIL lo fa tramite le pagine del Corriere della Sera, con una lettera aperta al direttore:
“Caro direttore, vorrei tornare, a partire dalle scelte che la Fiat ha annunciato di voler compiere in risposta a una sentenza della magistratura, su alcuni temi che ritengo fondanti per la nostra democrazia e, più modestamente, per le relazioni industriali italiane. Il contenzioso che l’azienda torinese ha sprezzantemente aperto, infatti, travalica lo specifico della vicenda sindacale in questione che brevemente riassumo.”
La cronaca: Fiat nei mesi scorsi ha ricevuto una condanna dal giudice poiché rea di aver discriminato un gruppo di lavoratori in virtù della loro appartenenza al sindacato. Prosegue la Camusso:
“In pratica, dice la magistratura, in questi mesi l’azienda ha escluso dall’assunzione alcuni lavoratori perché iscritti alla Fiom-CGIL e l’ha fatto con precisione millimetrica, al punto che neppure uno di loro è stato selezionato proprio perché si erano liberamente iscritti a un’organizzazione che, altrettanto liberamente, non ha condiviso e quindi non ha firmato un accordo sindacale”.
Queste le proposte della Camusso in seguito al dietrofront e all’apertura della Fiat dei giorni scorsi:
“Bisogna quindi eliminare dal campo la ritorsione. Bisogna rispettare la magistratura e le sue sentenze. Bisogna rimuovere la discriminazione senza determinarne altre. Questo è essenziale. Fiat nei giorni scorsi ha ammesso l’errore di Fabbrica Italia. Abbiamo sentito dai suoi portavoce anche toni distensivi. Si esclude la chiusura di altre unità produttive nel nostro Paese (oltre alle tre già chiuse e tuttora senza soluzione) che lo stesso amministratore delegato aveva ventilato in un’intervista. Si parla di nuovi modelli e si prospettano missioni per alcuni stabilimenti. Certo, siamo ancora ben lontani da un vero e proprio piano che dovrebbe programmare e indicare date, investimenti, modelli e volumi, e potrebbe essere un segnale di non disimpegno della Fiat nel nostro Paese.”
Segnale che, però, viene contraddetto dall’atto di ritorsione nei confronti dei lavoratori di Pomigliano. Di comune accordo con il Governo la Camusso chiede alla Fiat di optare per la fine degli atti di ritorsione.
“Una simile scelta consentirebbe non solo di affrontare positivamente, con i contratti di solidarietà, le difficoltà che il naufragio di Fabbrica Italia ha aperto nel rapporto tra produzione e organici nello stabilimento di Pomigliano, dove l’accordo separato prevedeva il reingresso di tutti i lavoratori, ma anche i nodi della lunghissima vertenza Fiat: il piano industriale, l’accordo aziendale, il riconoscimento della rappresentanza sindacale e il contratto di lavoro unico per i lavoratori metalmeccanici.”