Brutte notizie per Carige. La banca ligure ha registrato durante i primi sei mesi dell’anno un risultato netto negativo per 206,1 milioni di euro (-41 milioni il risultato del primo trimestre 2016), scontando rettifiche di valore nette su crediti per 344,5 milioni (133,4 milioni nello stesso periodo dell’esercizio precedente) su posizioni creditizie già in essere a fine 2015, a fronte di un risultato positivo di 16,4 milioni a giugno 2015, che comunque includeva una componente positiva non ricorrente per 68,1 milioni connessa alla cessione delle Compagnie Assicurative.
Sul risultato ha inciso anche l’integrale svalutazione dell’avviamento della controllata Banca Cesare Ponti per 19,9 milioni di euro. Il dato è comunque in linea con le attese degli analisti. Oltre ad aver alzato le rettifiche su crediti a seguito della verifica della Bce, la banca ha aumentato la copertura sui crediti deteriorati. In particolare, il portafoglio di crediti deteriorati si è attestato a 7 miliardi lordi con una copertura in aumento di 3,2 punti percentuali rispetto a dicembre 2015 al 45,6%.
Le sofferenze sono risultate pari a 3,7 miliardi lordi (1,4 miliardi netti) con una copertura pressoché stabile al 60,7% (60,4% a dicembre 2015), mentre le inadempienze probabili sono ammontate a 3,1 miliardi lordi (2,2 miliardi netti) con una copertura salita al 30,1% dal 24,2%. Il costo del rischio di credito calcolato su basi annualizzate è risultato pari a 344 bps (119 bps nel primo semestre 2015).
Il margine di interesse è sceso, un po’ più di quanto previsto dagli analisti, del 5,3% a 161,7 milioni per effetto della compressione dei tassi attivi solo in parte compensati dalla diminuzione del costo della raccolta. Le commissioni nette (125,6 milioni), pur attestandosi su valori inferiori rispetto al primo semestre 2015 (-3,5%), hanno evidenziato un’inversione del trend rispetto al primo trimestre di quest’anno grazie soprattutto alle commissioni di gestione, in particolare nella componente risparmio gestito (+3,8 milioni) e nelle commissioni da attività commerciale (+1,2 milioni). Il margine di intermediazione è quindi cresciuto del 2,6% a 332 milioni.